EYOF: si sfata un mito e ne nascono tre

  • Tutti quelli che pensavano che l’Italia non fosse competitiva quanto altre nazioni sugli staggi, ieri si sono dovuti ricredere.

    Le finali per attrezzo iniziano con il cavallo con maniglie di Carlo Macchini, che esegue un buon esercizio sporcato solo da qualche piccola imprecisione che non gli permette di raggiungere il podio. Subito dopo é il turno della finale a volteggio con la ‘brixiana’ Martina Rizzelli. In questi giorni ci aveva confidato di aver lavorato a lungo al doppio avvitamento (é una delle poche ad eseguirlo in Italia), ma che per il dolore alla schiena, di cui abbiamo già parlato, non provava da un po’ di tempo.

    In finale però, Martina sapeva che le due britanniche e la romena avrebbero presentato lo stesso salto da una notevole nota tecnica di partenza, così ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Complessivamente il doppio era buono, ma é arrivata bassa cadendo in ginocchio. Il secondo salto invece é stato eseguito alla perfezione portando Martina ad una media di 13.400 che non le permette di scalare la classifica. Visibilmente dispiaciuta non si é persa d’animo e raccolte le forze ha affrontato insieme a Tea Ugrin la finale alle parallele, che le ha viste protagoniste. La prima a salire é stata Martina, che ha effettuato un esercizio perfetto con un uscita spettacolare che le ha fatto tornare il sorriso… un bel 14.150 per lei! Anche Tea ha eseguito una buona routine che le è valso un 13.700. Insieme a loro, sugli staggi, c’erano anche quelle che sono considerate internazionalmente le migliori in questa specialità, ma Martina e Tea sono riuscite a sfatare questa convinzione conquistando rispettivamente due bellissime medaglie, un oro e un bronzo. Un grande traguardo personale e nazionale.

    Le ultime due finali al corpo libero femminile e alla sbarra hanno visto impegnati nuovamente Carlo e Tea.
    Quest’ultima ha pagato la stanchezza del terzo giorno di gara consecutivo e dei mesi precedenti, ma ha comunque presentato un esercizio di alto livello, con uno tsukahara ben eseguito, ma purtroppo così abbondante che l’ha fatta uscire di pedana. La triestina non é riuscita a replicare il podio, ma é comunque soddisfatta della sua esperienza ad Utrecht e può finalmente godersi qualche giorno di vacanza.
    Contemporaneamente invece, Carlo affrontava la sbarra in modo dinamico, preciso, pulito e con una notevole difficoltà tecnica. La sua uscita é stata perfetta ed ha lasciato il pubblico a bocca aperta. Ha ottenuto un buonissimo 14.100 che lo ha portato sul gradino più alto del podio con un importante distacco dagli avversari.

    Vi assicuriamo che vedere quei tricolori innalzarsi davanti al podio con tutto il pubblico del Galgenwaard stadium in piedi per l’inno di Mameli é un’emozione che non dimenticheremo mai. Confessiamo inoltre, di essere state tese quanto loro durante la nostra trasferta, di esserci tenute la mano durante gli esercizi della nostra campionessa italiana Tea, di esserci emozionate per l’uscita perfettamente stoppata di Martina a parallela, di aver trattenuto il fiato durante il Kovacs di Carlo, di aver esultato al volteggio di Nicola, di esserci commosse nel rivedere Lara così in splendida forma su tutti gli attrezzi. Ci dispiace solo di essere atterrate ad Amsterdam troppo tardi per vedere il meritato bronzo dei nostri ragazzi.

    Ringraziamo tutti quelli che ci hanno seguite, supportate e… sopportate! Grazie anche ai genitori delle ragazze che ci hanno fatto compagnia, ai tecnici Laura Rizzoli e Diego Pecar per esser sempre stati così gentili e disponibili, grazie agli altri ragazzi della press e ovviamente, il più grosso ringraziamento va ai nostri atleti che ci hanno fatto vivere un’esperienza indimenticabile.

    Un saluto a tutti e alla prossima!
    Silvia Vatteroni e Caterina Mazziotti

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